«L’uomo è superiore agli animali non perché abbia la possibilità di torturarli, ma perché è capace di provare compassione per loro; e l’uomo ha compassione degli animali perché sente che in essi dimora il medesimo principio che alberga nell’uomo.»
Lev Tolstoj, “Pensieri di saggi”
Ha fatto il giro del web una foto che ritrae un cagnolino che si avvicina e che consola il giovane che in quel momento sta rappresentando la passione di Gesù, durante la drammatizzazione della Via Crucis.
La foto è stata scattata in Guatemala e ripostata sul web anche in Italia, suscitando i commenti ammirati degli internauti, i quali rimarcano la principale qualità mostrata dall’animale in questa occasione: l’empatia.
Gli animali sono entrati di frequente nelle rappresentazioni pagane e cristiane. Nelle prime, ad esempio, si trovano negli affreschi egizi, oppure in scene domestiche e di guerra di greci e romani, o, ancora, sono il simbolo dell’identità di un popolo: il lupo per gli irpini, il cinghiale per i sanniti, il picchio per i piceni, cioè di antichi popoli italici. Si tratta di animali totemici, cioè identificativi del proprio clan: l’antenato o lo spirito guida. Tra le seconde, ad esempio, si ricordano il lupo ammansito da San Francesco (anche se gli studi recenti dicono che in realtà si trattasse di un brigante), oppure il miracolo della mula che si inginocchiò a Sant’Antonio benedicente l’ostia.
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